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SOLO 3.783 DECEDUTI COVID-19? Cattiva informazione statistica...

Aggiornamento: 25 ott 2021

Sta girando sui social un articolo de Il Tempo, secondo il quale i deceduti a causa del SARS-CoV-2 in Italia, da recentissimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), sarebbero solamente 3.783. Non è così.

Si fa riferimento all'ultimo report ISS "Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all'infezione da SARS-CoV-2 in Italia" del 5 ottobre 2021, nel quale sono stati aggiornati i dati relativi alle caratteristiche demografiche e cliniche di un campione di deceduti in Italia da positivi al nuovo coronavirus (deceduti con COVID-19), coloro per i quali è stato possibile esaminare la relativa cartella clinica; si tratta pertanto di un campione, e per altro non rappresentativo dell'intera popolazione di deceduti in Italia, perché appunto di tipo opportunistico. Il report conferma ciò che sapevamo da tempo: ad oggi, circa il 3% dei decessi osservati - solo il 2,9% in quest'ultimo aggiornamento - si riferisce a soggetti che non presentavano alcuna malattia pregressa (assenza di comorbilità).

Ma per capire se un deceduto sia o meno da ritenersi dovuto al SARS-CoV-2 occorre far riferimento all'indagine ISTAT basata sulle schede di morte (e non sulle cartelle cliniche), nella Parte A delle schede è infatti presente uno spazio ove il medico certificatore deve indicare quella che ritiene essere la causa iniziale di morte (secondo la definizione OMS), cioè la causa che dato avvio alla catena di eventi che ha poi condotto alla morte del paziente (vedere l'immagine di esempio che segue, estrapolata dal report ISS COVID-19 n. 49/2020). L'ultimo dato è fermo al 16 luglio 2020, e ci diceva che l'11% dei deceduti allora osservati - un campione (non rappresentativo) di decessi che costituiva il 15% circa dell'intero collettivo - non era da considerarsi causato dal SARS-CoV-2.

Segue un ottimo articolo del Prof. Bruno Cheli, docente universitario in materie statistiche, postato in data 22 ottobre 2021 su Facebook, e condiviso poi anche dalla pagina AsSIS, che ne approfondisce alcuni aspetti:


"STIAMO ATTENTI ALLA CATTIVA INFORMAZIONE STATISTICA (ANCHE A QUELLA CHE CI PIACE)

L'articolo pubblicato ieri da "Il Tempo" ha suscitato molte reazioni e commenti, soprattutto nel mondo dei contrari al gp e all'obbligo vaccinale.

Leggendo l'articolo avevo subito intuito che il problema era stato inquadrato male, cosicché sono andato a guardarmi il menzionato rapporto dell'ISS.

Nell'articolo de il Tempo si dà ad intendere che nel rapporto ISS sia riportata un'analisi delle cause di morte, mentre così non è. Per questa analisi (affidata all'Istat) occorre fare riferimento alle schede di morte, mentre il Rapporto ISS riporta un'analisi delle cartelle cliniche dei pazienti deceduti con positività al Sars-cov-2. Anche se vi è verosimilmente una correlazione tra lo stato del paziente pre mortem (descritto dalla cartella clinica) e la causa principale del decesso (desumibile dalla scheda di morte), i dati ISS non permettono di affermare quanto scritto dal Tempo, ovvero che solo il 2,9% dei deceduti positivi al Sars-cov-2 sono morti a causa del Covid. Tra l'altro, quanto riportato nei paragrafi 1-4 del rapporto non fa che confermare quanto già descritto nei precedenti rapporti ISS di luglio e di gennaio. L'unica novità, forse, è rappresentata dal paragrafo 6 in cui si confrontano le caratteristiche dei deceduti vaccinati e non (analisi che per altro non viene condotta con il necessario rigore e quindi serve a ben poco).

Sarebbe invece molto più utile andare a chiedere all'Istat e al Governo come mai l'analisi delle schede di morte venga condotta così a rilento. Per quello che so io, l'Istat si è per ora limitata ad analizzare le schede di coloro che sono deceduti entro maggio 2020. Da questa analisi risulta che solo l'89% dei pazienti deceduti con positività al virus sono effettivamente morti a causa del Covid, mentre il restante 11% è morto per cause diverse.

Nel menzionato rapporto ISS, invece, si legge che solo il 2,9% dei decessi Covid (conteggiati nelle statistiche ufficiali) hanno riguardato soggetti sani, mentre il restante 97,1% era già affetto da almeno una patologia grave e i 2/3 era già affetto da 3 o più patologie gravi.

Si tratta senz'altro di informazioni importanti che ci mostrano come il Covid abbia colpito essenzialmente soggetti anziani (il 95% dei morti erano ultra 60-enni e l' 85% ultra 70-enni) e pluripatologici, mentre i giovani (sotto i 30 anni) rappresentano solo lo 0,08% del totale dei deceduti.

Tra l'altro la stragrande maggioranza dei deceduti in giovane età era già affetta da altre patologie gravi. Questo fatto significa inequivocabilmente che NON HA ALCUN SENSO VACCINARE I GIOVANI che, in base a quanto risulta dai dati Aifa, sono anche coloro su sui si riscontrano più frequentemente le reazioni avverse.

In conclusione, anch'io sono convinto che le statistiche ufficiali sulla mortalità da Covid siano gonfiate (e l'analisi preliminare Istat lo conferma), ma stiamo attenti alla cattiva informazione fatta dalla stampa (in questo caso da Il Tempo) e non cediamo alla tentazione di commentare simili notizie prima di averle verificate, come invece hanno fatto (in buona fede ma troppo avventatamente) alcuni personaggi della resistenza civica (ad esempio Meluzzi, Montesano e Colombini) a cui va comunque la mia stima a prescindere da questo errore.

p.s. Stasera, purtroppo, la (parzialmente falsa) notizia è stata rilanciata anche da Byoblu e Vero giornale...

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_5_ottobre_2021.pdf?fbclid=IwAR1KAcDc0GHeXLPyRbLVsjl9Ko-S5oCN0u7pSbZZQgOJLp9I5IeJQprU7zQ"


👉 per approfondire la questione sul tema deceduti per e con COVID-19 si consiglia la lettura del capitolo 5 del libro "COVID-19, la pandemia che ha dato i numeri"

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